L’uso e il consumo sempre maggiore dei social network è oggi un dato di fatto. Acclarato, dunque, il ruolo centrale di questi mezzi di comunicazione all’interno della quotidianità di ciascuno vale la pena approfondire il discorso rivolgendo uno sguardo anche al peso che oggi occupano nel mondo del lavoro. I social network riescono infatti a dare una “nuova luce” alle attività professionali. Ad esempio, il lavoro di archeologo può uscirne totalmente svecchiato e piacevole da conoscere. Un valore aggiunto sta nel potere dei social media che sono in grado di creare e formare le “community”.
In genere, con il termine community si intende un nucleo formato da alcune persone che si riuniscono online per discutere e scambiarsi opinioni su argomenti. Le community sono un elemento essenziale dei social network perché è proprio lì che gli utenti trascorrono la maggior parte del tempo. Leggere, commentare, ricondividere i post sono solo una parte delle azioni che commettono gli utenti connessi. In un primo momento non si pensava affatto che i social network potessero aiutare ad ottenere dei vantaggi da un punto di vista professionale e invece attualmente è proprio così. Abbandonata l’idea di vedere queste piattaforme come strumenti utili soltanto per le interazioni personali oggi vanno considerati come perni strategici per fare del marketing.
Un archeologo ha diversi social che deve utilizzare per farsi conoscere al meglio. Vediamo quali sono e come può fruttarli al meglio questo professionista.
I social network utili ad un archeologo per promuoversi
Il processo di cambiamento è palese! Oggi, il successo professionale non lo decretano soltanto gli anni di esperienza ma soprattutto la fama e la visibilità. Quello che una volta era definibile come “farsi una buona nomea” sui social network si è tramutata in “farsi una presenza online”. Un buon approccio sui social network è diventato un requisito fondamentale nella costruzione di una solida carriera. Come riuscire in questo? L’archeologo può riuscire a far conoscere meglio la sua professione dismettendo per qualche attimo i panni del ricercatore di reperti storici e, senza particolari competenze dei social network, utilizzando i social. Tra le più famose piattaforme, un archeologo può usare Facebook o LinkedIn ma anche YouTube. In questa guida analizzeremo nel dettaglio ogni singolo social utile per un archeologo che vuole farsi pubblicità.
Cosa è meglio per un archeologo: profilo privato o pagina?
Facebook è il social network entrato nella quotidianità di tutti anche per la sua praticità nell’utilizzo. Inoltre, ha anche un ampio spettro di utenti giornalmente connessi. La semplicità di Facebook sta molto anche nelle sue componenti e qualsiasi cosa si voglia comunicare lo si può fare tramite pagina personale o fanpage.
L’importante per l’archeologo è quello di assicurarsi un buon seguito di destinatari in modo tale da aumentare l’interesse verso le sue scoperte. Su Facebook, infatti, il target di riferimento può variare molto e l’esperto di reperti storici potrebbe entrare in contatto anche con persone che condividono con lui la sua stessa passione o lavoro. Che si abbia una pagina personale o una pagina pubblica, su Facebook è fondamentale creare e pubblicare i post. I post sono dei contenuti che hanno principalmente una parte testuale e delle sezioni con immagini o materiale multimediale per allietare la lettura e facilitarne la comprensione.
L’originalità dei contenuti rende la pagina o il profilo riconoscibile. Molti archeologi hanno scelto infatti di utilizzare il social network di Zuckerberg per avvicinare gli utenti a una professione così lontana. Il compito è quello di far nascere quel sentimento di curiosità e fascinazione nel riscoprire le nostre origini storiche. Questo interesse poi si sposta sui gruppi che ampliano ulteriormente i confini abbattendoli.
Come un archeologo può farsi pubblicità su LinkedIn
Per un approccio più professionale un archeologo può utilizzare LinkedIn. Definito il “social del lavoro” per eccellenza LinkedIn riesce fra tutti a dar maggior riscontro da un punto di vista professionale perché sa far emergere nel modo migliore le competenze e le qualità professionali.
L’archeologo, in questo modo, può esser “intercettato” per il suo profilo all’avanguardia e non solo per il suo curriculum! Infatti non è sufficiente riempire pagine e pagine con il piano carriera ma anche un sostanziale epilogo è importante, senza appesantire la lettura all’utente con paroloni. Un profilo che si rispetti deve avere, notizie reali ma anche un’immagine curata per ottenere notorietà.
Se dovessimo sintetizzare i requisiti di un buon profilo LinkedIn, sicuramente possiamo consigliare all’archeologo di:
- pubblicare contenuti interessanti e in linea con la propria professione;
- allargare la sua cerchia di “collegamenti”.
Diversamente da Facebook, qui non si parla di “richieste di amicizia” ma “collegamenti”. I collegamenti fanno aumentare la visibilità del profilo ma è totalmente sconsigliabile inviare tali richieste in maniera spropositata. LinkedIn infatti tende a “punire” chi cerca di avere un comportamento che non rispetti i limiti e le regole oscurando man mano il profilo.
Come usare Youtube se si è un archeologo
YouTube spesso non viene preso molto in considerazione tra i social per fare marketing e pubblicità di un’attività lavorativa. La potenza comunicativa, invece, è molto forte perché riesce ad arrivare anche ad un pubblico estremamente giovane. Per l’archeologo avere un pubblico vasto e differente può solo essere una risorsa in più.
YouTube attualmente è ben lontano dall’idea iniziale di un semplice riproduttore di video musicali. Oggi, infatti è un ottimo canale di trasmissione (semplice e pratico da utilizzare) proprio per la sua estrema facilità di utilizzo. L’archeologo può tenere una sorta di diario professionale arricchendo il proprio account con video di lavori svolti negli anni.
L’accompagnamento di immagini con un po’ di musica renderà sicuramente il tutto molto più fruibile e gradevole, lasciando un segno in chi lo visualizza. Su YouTube è attiva anche la sezione “notifiche” che avverte l’utente quando c’è un nuovo video in playlist in modo tale da non perdere alcun passaggio. Anche i privati possono essere interessati e contattare l’archeologo per chiedergli di svolgere dei lavori, come anche la restaurazione di determinati oggetti rinvenuti. Il genere di filmato deve comunque rispettare i diritti di copyright, fermo restando che le azioni da compiere sono davvero semplici.