L’emergenza sanitaria che sta affrontando tutto il mondo sta avendo forti ripercussioni anche sulle attività economiche di negozianti e piccole strutture commerciali. Questo è dovuto principalmente alle forti limitazioni degli spostamenti previste dal decreto governativo.
La pandemia Covid-19 sta stravolgendo milioni di vite in tutto il mondo. Per questioni di sicurezza, le persone restano in casa. Molti negozi sono chiusi e i pochi aperti devono garantire il rispetto delle precauzioni sanitarie e delle misure di distanziamento sociale.
Il D.P.C.M. pubblicato in data 17 marzo denominato “Cura Italia” pone ulteriori restrizioni alle attività commerciali, tutto ciò ovviamente è finalizzato a fronteggiare e tentare di contenere l’espandersi del Coronavirus.
Ciò che ha posto diversi dubbi nei cittadini è capire questo decreto cosa dispone in merito all’esercizio di attività commerciali on line? Gli e-commerce ai tempi del coronavirus possono continuare a vendere?
Il nuovo decreto Coronavirus ha confermato sì il blocco delle “attività commerciali” ma distinguendo quelle che lavorano online e quelle offline. Per le prime come vedremo di seguito quindi è possibile continuare la vendita di prodotti e servizi.
Se sei curioso di capire come si è evoluto l’e-commerce ai tempi del coronavirus allora continua a leggere il post per saperne di più!
Gli e-commerce potranno effettuare la vendita a distanza dei prodotti?
Da quanto previsto sia dal nuovo Decreto del 22 marzo, sia precedente dell’11 marzo, il commercio elettronico può continuare a svolgersi regolarmente anche durante il periodo di pandemia. Nel decreto governativo vengono disposte una serie di eccezioni tra cui: “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”, quindi, sarebbero sospese le attività commerciali, fatta eccezione per gli e-commerce.
Ad ogni modo, però, anche per gli e-commerce si applicheranno le stesse misure di protezione previste per le attività produttive. Infatti, ai lavoratori dovranno essere garantiti adeguati livelli di protezione, fornendogli tutti di dispositivi di sicurezza previsti dalla normativa e garantendo sempre per la tutela della loro salute le distanze minime di sicurezza.
Un esempio lampante di tutto ciò ci viene fornito dal colosso delle vendite online Amazon che ha visto nell’ultimo periodo, soprattutto nelle zone particolarmente colpite da Coronavirus, un incremento esponenziale delle vendite. Amazon per non rischiare un collasso e per garantire l’adozione di misure specifiche di distanziamento all’interno dei centri di distribuzione ha deciso di concentrare le spedizioni dei beni essenziali di prima necessità.
Le consegne a domicilio sono consentite?
Ovviamente gli e-commerce ai tempi del coronavirus possono funzionare solo se le consegne sono consentite. Cosa dice il decreto riguardo le consegne a domicilio durante l’emergenza sanitaria?
Le misure annunciate il 22 Marzo dal governo italiano in merito all’epidemia del COVID-19 riportano un elenco delle attività ammesse tra cui:
- Servizi postali
- Corrieri
- Magazzinaggio e supporto ai trasporti
Quindi in base a ciò è possibile ritenere che le vendite a distanza siano consentite, almeno fino a quando sarà permesso ai corrieri di lavorare.
Non tutti gli spedizionieri però stanno lavorando a pieno regime. Ecco l’elenco dei corrieri più utilizzati dagli E-Commerce e le loro eventuali limitazioni.
Consegna a domicilio in Italia:
- GLS: servizio assicurato
- BRT: servizio limitato (limitazioni in alcune province)
- Nexive: servizio limitato (limitazioni in alcune province)
- Poste Italiane: servizio limitato