Nel digital marketing gli influencer hanno da sempre un ruolo centrale: figure reali in grado di orientare gusti e decisioni grazie alla loro presenza online.
Negli ultimi anni, però, accanto ai creator tradizionali sta emergendo una nuova categoria: gli influencer virtuali. Si tratta di identità nate nel digitale che si muovono con grande naturalezza sui social network, creando contenuti, partecipando a trend e interagendo con le community, costruendo così una propria immagine pubblica riconoscibile.
Questo fenomeno apre nuove riflessioni su cosa significhi davvero influenzare online e su come stia cambiando la percezione delle figure che popolano i social.
Che cosa sono gli influencer virtuali
Gli influencer virtuali sono identità digitali che operano sui social media con le stesse dinamiche tipiche degli influencer umani. Si presentano come figure pubbliche riconoscibili, con un nome, un’apparenza coerente e un insieme definito di valori, interessi e comportamenti.
Pur non essendo persone reali, costruiscono attorno a sé un racconto personale fatto di contenuti, interazioni e momenti che appaiono simili a una vita “vissuta”.
La loro attività sui social — dai post alle storie, dai video brevi ai caroselli — permette agli utenti di percepirli come figure con cui interagire, commentare e condividere interessi comuni.
Di fatto, rappresentano un nuovo tipo di presenza digitale: un personaggio che non esiste fisicamente, ma che possiede una propria storia, un’identità relazionale e una capacità di influenzare le decisioni del pubblico attraverso i meccanismi social tipici delle piattaforme.
Ciò che li caratterizza non è la finzione, ma la possibilità di incarnare ruoli e posizionamenti con coerenza costante nel tempo. Gli utenti li seguono, li commentano e instaurano un senso di familiarità con queste figure, pur sapendo che la loro esistenza non ha un riferimento reale. Questo equilibrio tra realtà percepita e consapevolezza della loro natura “virtuale” crea un modello di influenza inedito, che si colloca tra intrattenimento, social media e comunicazione strategica.
Come si creano gli influencer virtuali
Gli influencer virtuali sono sviluppati attraverso un processo multidisciplinare che unisce grafica digitale, progettazione narrativa e intelligenza artificiale. La loro identità visiva e comunicativa viene pensata anche in funzione delle piattaforme social: post, storie, video brevi e contenuti ottimizzati per massimizzare engagement e visibilità. Parallelamente vengono definiti tono di voce, valori da trasmettere, stile comunicativo e linee guida comportamentali, sempre coerenti con le dinamiche dei social media.
In contesti più avanzati, a questa struttura vengono associati sistemi di AI generativa che permettono di produrre testi personalizzati, risposte agli utenti e contenuti coerenti nel tempo.
L’influencer virtuale diventa così un asset “vivo”, capace di adattarsi agli stimoli provenienti dal pubblico e dai trend social.
Dietro ogni pubblicazione esiste un lavoro di coordinamento: chi gestisce la strategia, chi definisce i messaggi, chi realizza grafiche e chi analizza dati e performance.
Non esiste spontaneità, ma esiste un’intenzionalità completa: ogni gesto digitale è pianificato e ogni interazione sui social fa parte di un percorso evolutivo.
Come vengono percepiti gli influencer virtuali sui social
La percezione degli influencer virtuali sui social è complessa e sfaccettata.
Da un lato generano curiosità e fascinazione, poiché incarnano un’idea di perfezione estetica e comunicativa difficile da ottenere nel mondo reale. Molti utenti apprezzano la loro continuità narrativa, l’assenza di incoerenze e la capacità di adattarsi perfettamente ai valori che dichiarano di rappresentare. Per una parte del pubblico risultano figure ispirazionali, capaci di comunicare in modo ordinato, elegante e coinvolgente all’interno dei feed social.
Dall’altro lato emergono dubbi legati alla loro autenticità percepita.
Chi li segue sa che non sono reali, e questo può generare distanza emotiva. Alcuni utenti considerano artificiale il rapporto che instaurano, soprattutto quando affrontano temi sensibili o legati alla dimensione personale. La mancanza di vulnerabilità effettiva, infatti, può ridurre la loro capacità di risultare empatici.
Nonostante ciò, la loro presenza sui social è ormai considerata legittima. Molti brand e community li accettano come interlocutori credibili e coerenti, soprattutto quando comunicano con trasparenza la loro natura virtuale. Il pubblico tende a considerarli una forma avanzata di intrattenimento e narrazione sociale, più simile a una figura mediatica programmata che a un influencer basato sulla propria esperienza reale.
