In questi giorni grazie a un comunicato ufficiale il Senato ha approvato un emendamento sui content creator, riconoscendoli come una vera e propria figura professionale.
L’avvento dei social network infatti ha dato vita a tanti nuovi lavori, inclusa la professione dei content creator: persone di qualsiasi età che educano i propri follower su tematiche specifiche e che intrattengono il proprio pubblico con contenuti divertenti. Parliamo di professionisti variegati come streamer e YouTuber. Finalmente, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana la figura del Content Creator viene riconosciuta a livello legale, merito anche del WMF – Festival per l’innovazione Digitale – nel quale l’ideatore del Festival, Cosmano Lombardo, un anno fa spiegava l’incessante necessità di un inquadramento legislativo a tutela dei creator. Ma cosa dice l’emendamento al Senato? Continua a leggere questo articolo e lo scoprirai!
Content Creator: riconosciuti dallo Stato Italiano
Il disegno di legge del Senato tramutato in legge contiene una serie di indicazioni inerenti ai creator. In particolare, l’articolo 28 al comma 1, dopo la lettera l), aggiungere le seguenti:
- l-bis) individuazione di specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digitali, tenendo conto dell’attività economica svolta;
- l-ter) previsione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme.
In questo modo entra in vigore il duplice impegno del Governo per creare un codice ATECO utile a circoscrivere questa figura in modo da inquadrarla anche ai fini fiscali e pensionistici e nel costituire meccanismi alternativi per la risoluzione delle controversie che possono crearsi tra content creator e le piattaforme digitali su cui operano.
Ecco le parole dell’ideatore WMF e CEO Cosmano Lombardo rilancia l’impegno:
Lavoriamo da anni per innovare il mercato del lavoro, favorire i lavoratori e le imprese. Abbiamo seguito dall’inizio e ci siamo impegnati per raggiungere questo primo obiettivo. Il settore digital & tech può festeggiare il primo, importante passo verso il riconoscimento giuridico e fiscale di una delle nuove figure professionali che lo caratterizzano. Infatti tutto ciò costituisce soprattutto la testa d’ariete per far comprendere ai vari organi istituzionali quanto sia importante innovare il mercato del lavoro. Il Paese continua a essere bloccato per gli eccessivi costi del lavoro e per meccanismi burocratici legati alla vecchia economia. La Creator Economy, così come il mondo startup e in generale il reparto digital-tech italiano che sta trainando il nostro paese ha bisogno di un punto di svolta per continuare a giocare questo ruolo, garantire occupazione, contribuire alla digitalizzazione e non perdere competitività a livello internazionale. Affinché ciò accada, è necessario abbattere i costi del lavoro, costituire un Contratto Nazionale per i lavoratori di imprese digital-tech e startup, creare codici ATECO per tutte le nuove professionalità emerse negli ultimi due decenni e abbattere il sistema contrattuale a livelli adeguandolo ai meccanismi attuali.
Ad oggi, possiamo dire che questo emendamento rappresenta un grande risultato per l’economia dell’innovazione italiana.